Renoir nasce a Limoges il 25 febbraio 1841, in una famiglia numerosa. Il padre, Léonard, che è sarto, e la madre, Marguerite, stentano a nutrire i propri figli e, nel 1845, si stabiliscono a Parigi con la speranza di potersi meglio guadagnare da vivere, ma le loro risorse restano modeste.
A 13 anni Auguste Renoir, che mostra delle attitudini per il disegno, prende servizio come apprendista presso un pittore di porcellane. “Il mio lavoro consisteva nel disseminare su fondo bianco dei mazzolini di fiori che mi venivano pagati cinque soldi la dozzina [...]. Quando fui un po’ più sicuro di me, abbandonai i mazzolini per lanciarmi nella pittura figurativa, sempre agli stessi prezzi da fame: mi ricordo che il profilo di Maria Antonietta mi fruttava otto soldi”. In seguito il giovane artista dipinge ventagli, stemmi e tendaggi, ma si stanca presto di queste attività troppo riduttive. Ha deciso, in effetti, di studiare pittura e spera di potervi consacrare la propria vita. Nel 1861 è ammesso all’ atelier del pittore Gleyre, dove conosce Monet, Bazille e Sisley. Il suo professore non vede però di buon occhio la sua inclinazione, che giudica un po’ troppo disinvolta. “Probabilmente lei pratica la pittura per divertirsi”, gli dice con freddezza. “Ma certo, ribatte il giovane, e la prego di credere che se ciò non mi divertisse non lo farei!”. L’anno successivo il pittore segue anche i corsi dell’Ecole des Beaux-Arts, ma questo insegnamento del tutto accademico non gli si addice affatto. Al pari dei suoi compagni di studio, non tarderà a ribellarsi contro l’arte della sua epoca.